Avevo intenzione di scrivere un articolo su questo tema già da tempo ma oggi, in piena emergenza coronavirus, ho pensato di accelerare. Sono tutti indaffarati (e anche io) a scambiare idee per impiegare il tempo e intrattenere i bambini durante i giorni di isolamento in casa.
Ma cogliamo l’occasione anche per insegnare al nostro piccolo a gestire lo stato di calma.
Le nonne dicono: deve imparare ad annoiarsi. E in parte è vero. Solo che non si tratta di noia: il “fare niente” in realtà ci dà la possibilità di fare un sacco di cose, con la nostra testa.
Ne parlo spesso con le mamme che hanno bimbi agitati a fine giornata: i consigli che seguono fanno parte della mia pratica quotidiana per favorire il rilassamento e il sonno
ma vanno bene in qualsiasi momento della giornata e, perché no, anche per sconfiggere l’ansia da coronavirus.
Ricordiamoci che i bambini non sono immuni da ansie, anzi. Persino i più piccoli, anche se non sanno niente del virus e razionalmente non condividono le nostre preoccupazioni, comunque captano il nostro stato d’animo. Al loro piccolo grande radar (posizionato nell’amigdala) non sfugge niente ed è normale che il cervello reagisca mettendosi in posizione di protezione, attivando il meccanismo di flight-fight-freeze
(attacco-fuga). Se questo accade, le risposte diventano imprevedibili e ingestibili, fino a quando non siamo in grado di riportare il piccolo in uno stato di rilassamento e sicurezza.
L’obiettivo finale non è mai l’addormentamento. Inutile cullare a oltranza. Piuttosto, lavoriamo perché il piccolo si senta al sicuro, protetto e sereno, in modo tale che il meccanismo fisiologico del sonno avvenga in modo naturale.
Come fare, quindi, per aiutare il bambino a rilassarsi?
Per prima cosa, dobbiamo essere rilassati noi. Il consiglio di fare un po’ di esercizi di respirazione col diaframma o meditazione autoguidata vale anche e soprattutto per i genitori. Trovate tantissime tracce su youtube o spotify.
La meditazione per i bambini
è utilissima, anche se superficialmente può sembrare solo un gioco fatto con la mamma. In realtà aumenta la capacità di concentrazione, li rilassa, allontana lo stress e l'ansia. Nel lungo periodo può aiutare a riconoscere i propri stati d'animo e a distaccarsene per poterli controllare meglio.
Attenzione, però, non bisogna mai forzare il bambino. Si può cominciare chiedendogli se vuole provare a fare un gioco nuovo e vedere come va.
1) Cominciamo attivando il meccanismo di imitazione. Per esempio facendo cose divertenti e familiari come mettersi le mani davanti agli occhi, tirarsi le orecchie, arricciare il naso, dire BUUUH e invitare i piccoli a ripetere quello che facciamo.
Questo ci serve per attirare la loro attenzione e fare in modo che ci seguano anche per i passi successivi, un po’ meno semplici, che dovranno ripetere dopo di noi.
2) Passiamo alle classiche vocali A-E-I-O-U che dovremo pronunciare emettendo suoni sempre più lunghi. Si può fare anche il classico OHM dello yoga, se siete portati in quella direzione! Ripetetelo 3-4 volte, con suoni sempre più lunghi che vi portano a rallentare e prolungare la fase di espirazione.
3) A questo punto stendetevi uno accanto a l’altro e invitate il bambino a mettere un oggetto che amano (una macchinina, un animaletto) sulla loro pancia, per fare il gioco dell’ascensore. Inspiro (gonfio la pancia) e l’ascensore sale. Espiro (ombelico verso terra) e l’ascensore scende.
4) Adesso facciamo il gioco delle nuvole. Chiudo gli occhi, gonfio la pancia e immagino che arrivino le nuvole. Apro gli occhi, sgonfio la pancia soffiando fortissimo via le nuvole dal cielo.
5) Chiudiamo di nuovo gli occhi e, continuando a respirare su e giù con la pancia, adesso immaginiamo di essere una bottiglia. Riempiamo la bottiglia con la cosa che ci piace di più: acqua, latte, spremuta d’arancia. Sentiamo la bottiglia che comincia a riempirsi, dalla punta dei piedi fino al bacino, ombelico, collo e poi punta delle mani e fino alla testa e ai capelli. Questo serve a imparare a riconoscere piano piano ogni punto del nostro corpo.
Chiaramente questi esercizi possono essere eseguiti dai 2 anni e mezzo in poi - o comunque da quando il bambino dà segnali di saper seguire semplici istruzioni.
Per i più piccoli, provate a mettere i piccoli pancia contro la vostra pancia (in piedi o sdraiati) e respirate col diaframma. Piano piano sentiranno la vostra respirazione risuonare nella loro pancia, ne prenderanno il ritmo e si rilasseranno anche loro.
Oppure teneteli sul grembo, in posizione di Budda, con le loro gambine incrociate e le vostre braccia che li contengono, dondolando lentamente.
Puntate su musica classica o altre tracce musicali rilassanti in sottofondo.
Facciamo entrare la mindfulness nelle nostre giornate
Mindfulness
significa tenere l’attenzione sul presente: oltre agli esercizi di rilassamento qui sopra, tutte le attività che servono ad alimentare la concentrazione e il focus su quello che si fa in un preciso momento, in realtà, sono esercizi di mindfulness.
Anche il classico soffiare le bolle di sapone, disegnare, colorare coi pastello o fare un puzzle, per esempio. Attività che io invito tantissimo a fare con vostro figlio dopo cena e prima della routine della nanna.
Volete qualche altra idea per riempire di mindfulness le vostre giornate e fare calmare i piccoli durante una giornata movimentata?
- Notare 5 cose attorno a sé: il bambino deve nominarle e, se sa scrivere, annotarle su un foglio.
- Fare il gioco dell’àncora (o dell’albero): stare in piedi, a gambe semi aperte, chiudere gli occhi e sentire i piedi che affondano come se fossero un’ancora o le radici di un albero. Stare così dieci secondi, poi aprire gli occhi ed esprimere ad alta voce cosa vede attorno a sé.
- Il boccone mindful: durante un pasto o uno snack, invitare il piccolo a chiudere gli occhi e tenere un boccone in bocca per almeno 1 minuto, masticando lentamente. Poi aprire gli occhi e descrivere con una parola quello che ha sentito in bocca.
- Il gioco del silenzio: il grande classico montessoriano. Questa volta rispolverato non per ottenere un po’ di pace ma per invitare i bambini ad ascoltare e captare i rumori in sottofondo. Vince chi ne sente di più.
- Mi sparo le pose! Chi sa fare Superman o Wonderwoman? Tenere una posizione per qualche secondo è una competenza molto difficile e utile per rilassarsi.
- Il safari urbano.
In origine l’invito è di osservare il mondo attorno a sé ed elencare tutte le forme viventi che si intravedono: uccelli, mosche, formiche, cani. Se siamo in città, perché non contare le macchine rosse? O quante signore col cappello?
La variante da coronavirus? Cinque minuti di osservazione dalla finestra…
- Il body scan. Sdraiati a terra, occhi chiusi. Dove sentiamo le “formiche”? E quale parte del corpo ci sembra caldissima? Riusciamo a sentire il cuore che batte dentro la pancia?
Basta davvero poco per sollecitare la curiosità dei bambini: inventarci nuovi giochi e modi per tenere ferma la loro attenzione, senza ricorrere a giocattoli costosi, è davvero possibile!