L’anchiloglossia, ossia un’anomalia congenita caratterizzata da un frenulo linguale corto
che può limitare la mobilità della lingua, è una condizione relativamente comune.
Un tempo la tendenza dei pediatri era di controllare e recidere immediatamente un frenulo corto (frenulotomia) già alla nascita. La pratica si era persa ma sta tornando di grande attualità recentemente, man mano che aumenta l’attenzione verso l’allattamento.
Le restrizioni del frenulo, infatti, hanno come primo ed evidente sintomo la difficoltà da parte del bambino di attaccarsi correttamente al seno e, quindi, poppare nelle giuste quantità e senza provocare dolore alla mamma. In questo caso, bene sempre contattare uno specialista IBCLC.
Ma c’è un altro aspetto che mi preme segnalare: la stretta correlazione tra una restrizione da frenulo corto e la scarsa qualità del sonno.
Un frenulo corto impedisce di mantenere la posizione corretta a riposo: ossia labbra chiuse e lingua appoggiata contro il palato superiore. Questo porta il bambino a respirare con la bocca anziché con il naso, con alcune enormi conseguenze:
- bassa qualità dell’aria
introdotta, che non venendo filtrata dalle mucose nasali, può portare frequenti infezioni;
- facili episodi di annaspamento
o apnea notturna, che impediscono al bambino di andare in fase di sonno pesante NREM 3 e 4: il meccanismo di protezione vuole che ci si mantenga in sonno leggero per poter reagire velocemente e riprendere fiato;
- respirare con la bocca è associato all’attivazione del sistema nervoso simpatico
(e quindi, reazione attacco-fuga davanti allo stress) mentre respirare con il naso a bocca chiusa porta immediatamente ad attivare il sistema nervoso parasimpatico, indispensabile per il sonno.
Il tutto si traduce in un sonno frammentato, leggero, non ristoratore.
Negli studi su bambini diagnosticati con ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività) ricorre un’alta percentuale di frenuli corti (o apnee notturne dovute ad adenoidi, altro grande guaio).
Pensate un po’: in questi bambini non c’è niente che non va. Se non il fatto che non possano godere di un sonno di qualità durante la notte! Tutti sappiamo quanto la mancanza di sonno renda nervosi, irritabili e terribilmente irrequieti.
Alla luce di queste considerazioni, capirete quanto sia importante indagare a fondo
eventuali restrizioni del frenulo e, in generale, anomalie palatali.
Infatti, anche se il periodo dell’allattamento finisce, i problemi legati al sonno, al linguaggio e alla postura possono durare una vita intera. Sono tantissimi gli adulti che hanno ancora a che fare con questi sintomi, senza avere idea di quale sia la causa, per via di un frenulo corto mai diagnosticato.
Ahimè, ci sono casi in cui una restrizione del frenulo può sfuggire anche all’ostetrica o persino al pediatra, per poi rendersi evidente nei mesi successivi.
Se siete in presenza di numerosi sintomi tra quelli elencati qui sotto, non esitate a rivolgervi a uno specialista in odontoiatria pediatrica per un controllo
(quando chiedete un appuntamento, chiedete specificamente se si occupano di frenuli). Meglio un controllo in più che un sospetto a vita!
QUANDO IL BAMBINO È SVEGLIO
La bocca è aperta e le labbra separate anche a riposo (ossia quando non è impegnato a mangiare, parlare, giocare) per la maggior parte della giornata.
Difficoltà a respirare col naso / evita di respirare col naso.
Labbra secche, a volte spaccate, tendenza a leccarsi spesso le labbra.
Frequenti infezioni alle orecchie, alla gola e/o tonsilliti.
Occhiaie.
Denti accavallati o eccessivamente separati.
Sbadiglia e da segnali di nervosismo e stanchezza.
Iperattività durante il giorno e limitata capacità di avere attenzione.
Irritabilità/Ipersensibilità (poca capacità di regolare le emozioni).
Inoltre, dopo i due anni:
Ritardo nel linguaggio.
Si addormenta spesso di giorno.
Posizione della testa (osservate i lobi delle orecchie) avanzata rispetto alle spalle.
Frequente dolore al collo ed emicrania.
MENTRE IL BAMBINO DORME
La bocca è aperta e le labbra separate anche a riposo. Spesso sbava.
Russa con la bocca aperta, almeno 3 volte alla settimana.
Ogni tanto annaspa.
Si sveglia spesso, ha il sonno agitato.
Ha incubi o episodi di pavor (almeno uno a settimana).
Suda molto.
Inoltre, dopo i due anni:
Frequenti episodi di pipì a letto.
MENTRE IL BAMBINO PRENDE IL SENO O IL BIBERON
Attaccamento debole (perde spesso la posizione).
Mastica, gioca con capezzolo/tettarella.
Fa rumori strani (click, gulp), si affoga, tossisce.
Il latte cola dai lati della bocca.
Il labbro superiore è arrotolato in fuori (a papera) o all’interno, impedendo il giusto attacco.
Ci sono spesso residui di latte sulla lingua
Sintomi da reflusso (rigurgiti, vomito, pianto dopo aver poppato).
Ha spesso aria nella pancia.
È insaziabile; chiede la poppata ogni ora.
Prende poco peso.
QUANDO IL BAMBINO MANGIA E BEVE
Rifiuta alcune consistenze. Soprattutto quelle croccanti e fibrose.
Fa rumori mentre mastica e ingoia; ad esempio schiocca.
Fa fatica ad ingoiare; sputa il cibo.
Non riesce a bere da un bicchiere
SINTOMI DELLA MAMMA
Capezzoli tagliati, lividi, appiattiti, sanguinanti.
Dolore durante l’allattamento.
Il seno non si svuota completamente.
Ingorghi e mastiti.