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Che fatica il Rientro!

Federica Tilgher • Sep 11, 2020
Rientro dalle vacanze. Rientro a lavoro. Rientro al nido o all’asilo.

Settembre è il mese del ritorno alla quotidianità. L’estate sta finendo e la maggior parte delle famiglie fa rientro in città. Molte mamme scelgono questo mese anche per tornare a lavoro dopo il congedo per maternità. 

Ma quello che per noi è, appunto un “ritorno” a qualcosa che conosciamo, per i nostri bambini è sempre un cambiamento. Una transizione verso qualcosa di nuovo (anche se non è il primo anno!) e, per questo, molto paurosa! 

Il rientro di quest’anno, poi, porta con sé anche il carico del covid. Sono tantissime le mamme che hanno passato neanche un giorno lontane dal loro bambino da ormai… otto mesi! 

Risultato? Ansia e stress, che inevitabilmente si ripercuotono sul sonno in famiglia.

Ecco quindi dieci consigli per superare questa turbolenza.

1) Se in questi mesi le vostre giornate hanno assunto un andamento ballerino, è arrivato il momento di ripuntare la sveglia. Non aspettate l’ultimo giorno per cambiare gli orari delle vostre abitudini. Cominciate il prima possibile a strutturare la giornata secondo gli orari imposti dalla scuola o dal rientro in ufficio. Lasciate che i bambini (e anche voi!) si abituino al nuovo ritmo.

Se la differenza è importante (ad esempio, in questi mesi vi siete alzati alle 8:30 ma d’ora in poi bisognerà svegliarsi alle 7:00), procedete a piccoli scatti, anticipando di 15 minuti ogni 3-4 giorni sia la sveglia del mattino che la messa a letto, per dare modo al vostro ritmo circadiano di abituarsi gradualmente.
Ovviamente modificate di pari passo gli orari dei pasti, che dovranno essere regolari.

2) Investite tantissimo sulle ultime due ore della giornata. Sono la vera cartina al tornasole della nottata! La resistenza all’addormentamento e un aumento dei risvegli notturni spesso sono sinonimo di ansia da separazione. E non importa se fino a dieci giorni fa il vostro bambino dormiva tranquillamente: spesso le reazioni più inaspettate arrivano proprio dai bimbi più autonomi. 

Prevedete la cena un paio di ore prima della nanna e prendetevi il tempo per giocare con vostro figlio dopo aver mangiato, facendo attività adeguate alla sua età e al suo temperamento. Ad esempio: un bambino molto energico, se non ha avuto sufficiente attività durante la giornata, beneficerà di qualche altro saltello in casa con voi, una capriola, un balletto, un giro di solletico e tante risate. Viceversa, se vostro figlio è molto sensibile agli stimoli, riduceteli al massimo dedicandovi ad attività rilassanti, offrendo sempre e comunque attenzione esclusiva della mamma (e papà, se disponibile). In entrambi i casi, quello che non deve mancare è il contatto occhi negli occhi, mano nella mano, tanti sorrisi e love bombing! 

3) Se qualche volta di notte vi chiama e ha bisogno di sentirvi accanto, armatevi di cuscini, materassini, brandine e siate disposti a passare qualche minuto/ora accanto al loro lettino. Si tratta di un sacrificio temporaneo.
Non abbiate timore di viziare il bambino. La paura del cambiamento, la mancanza dei nonni, lo spettro del distacco dalla mamma, l’incognita dell’asilo: sono tutti buoni motivi per desiderare di avere i genitori accanto il più possibile durante la notte. Sono fasi passeggere. 
Più rispondete a questo bisogno, rassicurando i piccoli, più velocemente passerà questa fase e potrete porre fine al campeggio. 

Mi raccomando, però, non cedete per pigrizia alla tentazione di metterlo nel lettone; a meno che non desideriate portare avanti il bed-sharing (e – a quel punto – va benissimo così).
Un’idea per i bambini più grandicelli? Preparare un piccolo giaciglio (con materassino a terra) a disposizione in camera matrimoniale e lasciarli liberi di venire a dormire lì se nel cuore della notte non vogliono più stare in cameretta. Ovviamente lo dovete fare molto fico! Spesso la sola idea di avere questa possibilità e di poterla scegliere quando vogliono, li rassicura e li porta a rimanere sereni nel proprio lettino in cameretta.

Non cadete nel tranello di considerarle regressioni, perché ogni volta che il bambino attraversa fasi complicate, in realtà poi ne esce più maturo di prima: sono progressioni e dobbiamo accompagnarli con la mano ferma e avvolgente!

4) Imparate a delegare. Molte mamme hanno il timore che il loro bambino possa soffrire del distacco, una volta iniziato l’asilo. La verità è che spesso sono le mamme a sentire il peso maggiore! 

Cominciate a fare amicizia con l’idea che sia qualcun altro a prendersi cura del vostro piccolo. Se avete chi vi possa sostituire (una nonna, un’amica, una zia), iniziate da subito a prendervi qualche ora per voi stesse. Un taglio di capelli, una chiacchierata con le amiche. Anche solo per fare il giro dell’isolato… Gestire la lontananza è un allenamento che va fatto tutti i giorni, sia voi che il bambino. Abituatelo al meccanismo del “torno presto”, “ci vediamo tra poco”. Per i più piccoli il classico cucù e nascondino dietro alla porta. 

E se non avete modo di lasciare il piccolo fino all’inizio del nido, allora fatelo virtualmente. Chiudete gli occhi: immaginatelo mentre ride, gioca e riceve coccole da un’altra persona. Cercate di scacciare quella insopportabile sensazione di fastidio (ammettiamolo: è così per tutte!) e pensate invece a quanto amore extra riceverà e quante nuove esperienze farà il vostro bambino! 

5) La routine è fondamentale. Ormai lo sanno anche le pietre che avere una routine regolare, ossia un rito fatto di azioni ripetitive e prevedibili prima della nanna, è la chiave di volta del sonno notturno. Adesso però è arrivato il momento di mettere in pista anche la routine del risveglio, per abituare il bambino a prepararsi e uscire di casa!   


6) Ricordatevi che voi e il vostro bambino siete legati da un principio di co-regolazione delle emozioni. Se avete fatto bene i vostri compitini al punto 4, il giorno del distacco per il lavoro o il nido, sentitevi serene, gioiose, curiose e aperte alle novità. Il bambino percepirà queste sensazioni positive e affronterà meglio la separazione. Se invece dentro di voi siete un fascio di ansia e nervi… Facile immaginare come si sentirà il bambino. Mi raccomando: lanciate i segnali giusti!

7) Per facilitare il momento del distacco, il classico saluto sulla porta dell’asilo (oggi reso ancora più drastico dalle misure anti-covid che quasi certamente vieteranno l’ingresso dei genitori in aula), affidatevi al piccolo trucco del Bridging: ossia costruite un ponte con quello che succederà quando vi ritrovate. Questo serve ad aiutare il piccolo a concentrarsi sul pensiero positivo di quando sarà di nuovo con voi, piuttosto che sul momento del distacco. 
Un esempio: “cosa ti porta la mamma quando ti viene a prendere? Un biscotto o l’uvetta?”; “Che dici, quando ti vengo a prendere andiamo al parco o in bicicletta?”; “Quando andiamo a casa facciamo una torre di Lego?”; ecc. 

8) Parlate, parlate, parlate. Non importa quale sia l’età del vostro bambino. Anche se ha pochi mesi e non è ancora in grado, prendetevi comunque qualche minuto per parlare a fine giornata. Elogiateli per essere stati bravi al nido, per aver giocato con i loro amici. Raccontate di quanto vi siano mancati, di cosa ha fatto la mamma al lavoro durante il giorno pensando a loro. Per quanto sia banale: dite loro quanto li amate e quanto è bello rivederli!  

9) Oggetti transizionali e souvenir della mamma. Purtroppo dobbiamo parlare in astratto, perché al momento le regole anti-covid non consentono l’introduzione al nido di alcun oggetto portato da casa. Peccato, perché conosciamo tutti l’importanza di doudou e oggetti transizionali vari per la nanna. Io aggiungo anche: una scatolina in cui custodire un vostro bacio, un braccialetto di cotone, un bigliettino scritto dalla mamma da tenere in tasca. Tutte idee da mettere in pratica quando si potrà fare.
Per il momento, se la maestra è d’accordo, può tenere a disposizione del piccolo una vostra foto di famiglia da fargli vedere nei momenti più bui. 

10) Appassionatevi alla lettura di libri. A qualsiasi età! Ci sono un mucchio di storie della buonanotte e libri per l’infanzia incentrati sulla gestione dell’ansia da separazione. È un argomento che va assolutamente trattato e non ignorato. La paura di stare lontani dalla mamma non va nascosta ai bambini ma, anzi, va chiamata col suo nome in modo tale che i piccoli possano capire che è una cosa normale, che vivono tutti i bambini. Anche quelli sui libri!

In tutti i casi, ricordatevi che si tratta di una turbolenza e, come tale, passerà.

Il vostro compito è mostrarvi saldi al timone, in modo tale da trasmettere sicurezza al bambino, che velocemente si adatterà alle nuove circostanze. 

Buon rientro a tutti!

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