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Luce spenta o accesa?

Federica Tilgher • Jun 08, 2020
Ogni neo-mamma lascia l’ospedale con la raccomandazione di tenere il bambino al buio di notte e alla luce di giorno, così che possa “distinguere il giorno dalla notte”. 

Infatti, alla nascita, il bambino non ha un ritmo sonno-veglia stabilito né tanto meno allineato con quello della mamma. Ci vorranno circa 12 settimane affinché il ritmo circadiano maturi e, per questo, la sapiente gestione di luce e rumori è fondamentale perché il bambino si allinei.  

Quello che però, appunto, nonne e ostetriche non dicono, è che dopo tre mesi il gioco è fatto: il rischio che il bambino abbia le fasi della giornata invertite è basso e, da questo momento in poi, il buio torna a essere un grande alleato della nanna
Man mano che il neonato cresce e i suoi sonnellini si allungano, infatti, la presenza della luce potrebbe infastidire o addirittura interrompere il sonno. Ecco quindi che la mia raccomandazione è sempre quella di fare sì che il bambino possa godere di un ambiente silenzioso e buio anche per i pisolini. 

Quando le tende presenti in casa non sono sufficienti a bloccare la luce del giorno, consiglio senza indugio di acquistare le comodissime blackout blinds removibili (con ventose o feltrini): ce ne sono di tutte le misure, anche su Amazon. 

Anche per i pisolini in giro nel passeggino, può essere utile favorire il buio totale, ovviamente utilizzando dei pannelli traspiranti certificati contro il soffocamento, come quelli di SnoozeShade, e mai copertine o teli che possono surriscaldare il bambino. Mi raccomando!

E se il bimbo ha paura del buio?

Questa è una domanda che mi viene rivolta spesso, alla quale rispondo che dopo nove mesi trascorsi nell’oscurità del nostro utero, il buio è piuttosto molto rassicurante per i bambini molto piccoli e può davvero fare la differenza per favorire l’addormentamento o allungare la durata dei pisolini. Soprattutto se in combinazione col rumore bianco. Provare per credere.

Fino a quando, però, il bambino cresce. La sua conoscenza del mondo esterno si espande, le emozioni si fanno sentire e… la paura del buio può arrivare, insieme a quella dei mostri. E, in quel caso, credetemi che non ci saranno dubbi!

Ho chiesto alla nostra Simona Nigito, psicologa specialista dell’età evolutiva di Roma, di spiegarci che succede e come affrontarlo: 
“La paura del buio è molto frequente nei bambini, soprattutto perché il momento della ninna è un passaggio importante di distacco dai genitori, dalla realtà quotidiana, dalle abitudini giornaliere. Il momento dell'addormentamento quindi rappresenta una sfida ed è molto importante che i genitori non sminuiscano le paure dei piccoli. Sarebbe opportuno accompagnare i bambini in cameretta, fare capire loro la vicinanza fisica dei genitori, sentire il sostegno di mamma o papà”. 

Giulia Tassi, psicologa specialista dell’età evolutiva di Prato e mamma nel nostro gruppo di Sleeping Stars, aggiunge: 
“Nei bambini la paura dei mostri, spesso associata a quella del buio, è una fase che incomincia intorno ai 3 anni e ha una durata variabile. Queste paure sono del tutto fisiologiche ed evolutive: in queste paure i più piccoli stanno concentrando un insieme di ansie e piccoli timori che provano ogni giorno sperimentandosi nel mondo.
Questi possono emergere in diversi modi: ci sono bambini che le dichiarano apertamente, altri le disegnano, altri ancora li integrano in comportamenti strani che potremmo quasi definire dei rituali di protezione. Ad ogni modo, tutti i bambini hanno bisogno di poter "digerire" queste paure perché per loro sono reali.
Gli adulti presi dal ritmo della quotidianità a volte cercano una via veloce per eliminare il problema, senza rendersi conto che non rispondere adeguatamente adesso può costituire la base per una serie di difficoltà maggiori e più difficili da superare in futuro.
Ogni mostro nasconde dietro di sé un significato particolare per il bambino che può personificare una paura più astratta, come l'abbandono. Di frequente questi mostri non abbandonano per lungo tempo i bambini, con conseguente malumore genitoriale. Scoprire il significato che si nasconde dietro il mostro può essere un modo per aiutare più efficacemente i piccoli, ma senza pretendere una soluzione rapida. Un approccio empatico che si fondi anche sul recupero delle proprie paure infantili aiuta il genitore ad entrare in sintonia con il bambino e soprattutto a ricordagli che ha davanti qualcuno che ha davvero paura, anche se i mostri non esistono.
Sono fondamentali nella gestione delle paure infantili le fiabe: se da un lato possono accompagnare la routine serale dell’addormentamento e favorire un buon distacco notturno, dall’altro indicano come affrontare queste paure attraverso una forma simbolica.
Il bambino si trova faccia a faccia con i suoi timori, protetto dall'atmosfera magica e capisce che si può uscirne vittoriosi. Il fatto stesso che siano i genitori a raccontare la storia dimostra al bambino comprensione del proprio stato d'animo e protezione dai mostri delle fiabe.
Far esprimere i bambini chiedendo loro di raccontarci le loro emozioni e le fantasie che li inquietano con dolcezza e senza forzature è il giusto modo per aiutarli a superare questa fase di paura.
Riuscire a parlarne e sentirsi accolti riduce la tensione e aiuta ad affrontare il problema. Senza necessariamente offrire soluzioni ma solo tenerezza, per dare la fiducia necessaria per affrontare da solo le sue paure, con la vicinanza e l’empatia di mamma e papà”.

Non avrei saputo spiegarlo meglio! Cosa posso aggiungere dal mio punto di vista? 

  • Intanto vi consiglio di osservare sempre l'ambiente dal punto di vista dei bambini. Letteralmente: sdraiatevi in una posizione più vicina possibile al loro lettino e guardatevi intorno e in alto. Spesso, più del buio, sono le ombre a fare paura. Eliminate tutti gli oggetti superflui che nella penombra possono prendere strane forme. Compresi pupazzi e giocattoli (dinosauri, mostriciattoli, robottini, ecc.) che – anche se adorati durante il giorno – di notte possono prendere una connotazione diversa nella fantasia dei piccoli. 
  • Fate sì che la cameretta del bambino sia un luogo felice: ben vengano personalizzazioni, adesivi, tutto ciò che fa sentire il piccolo nel proprio nido. Lo so, ci siamo tutte innamorate di quelle bellissime camerette color crema che vedevamo su Pinterest quando eravamo in attesa. Ma rassegnatevi a ritrovarvi immerse in colori e orridi ammennicoli: d’altronde, però, la cameretta è la loro. 
  • Ricordatevi che ci sono condizioni fisiologiche che possono, di fatto, rendere più irritabili i bambini e, dunque, più sensibili alla paura: ovviamente mai mettere a letto un bambino troppo stanco e/o eccitato; attenzione al troppo caldo e anche allo stimolo della pipì che, nella fase di transizione dello spannolinamento, può spaventare nel cuore della notte.
  • Va benissimo lasciare una lucina accesa durante l’addormentamento, per poi spegnerla voi dopo, quando i piccoli stanno dormendo. Se proprio preferite una lucina fissa da muro, preferite una nello spettro del rosso e mai blu!
  • Assolutamente sì al consiglio di ricorrere ai libri durante la routine della nanna. I miei preferiti, da queste parti, sono “The invisible string”; “The huge bag of worries” e "Ballando con il buio". E i vostri? Consigliatemi qualcosa in italiano! 
  • Integrate il rito della nanna con qualche minuto di mindfulness per rilassarvi insieme.

Per rendere magico il rito per sconfiggere le paure, è importante rimanere nella sfera ludica, che è quella in cui si esprime meglio il bambino. I miei trucchi?
- uno spray di acqua magica scaccia-mostri (aggiungete glitter!) da spruzzare in camera prima di andare a letto;
- una pozione magica da preparare insieme e tenere in un barattolo accanto al letto: insomma… il classico intruglio! Ecco qui quello che abbiamo preparato qualche giorno fa io e Estella, dopo aver raccolto al parco margherite, papaveri e qualche foglia. Ovviamente magica. 
Sottolineo l'importanza di rassicurare il bambino che, in qualsiasi momento durante la notte, può contare su di voi.

Ecco dieci frasi per tranquillizzare vostro figlio suggerite da Denaye Barahona:

1. “Sei coraggioso”. 
Le ricerche dimostrano che affermazioni positive condizionano il nostro modo di pensare e sentire. 

2. “Ti prometto che sei al sicuro: è il mio lavoro tenerti al sicuro”. 
A volte i bambini non si rendono conto di essere la nostra priorità numero uno: è bene ricordarglielo.

3. “Come posso aiutarti a sentirti più al sicuro?”
Questa è una chiave per aiutare il bambino ad aprirsi e spiegarci meglio cosa teme. 

4. “Respiriamo insieme”.
Ansie e paure hanno effetti tangibili sul corpo: aumenta il battito cardiaco, il respiro si fa corto. Aiutare un bambino a riconoscere queste reazioni e regolarle respirando, è una grande conquista. 

5. “Investighiamo
A volte, cercare le prove è necessario. Se c’è un mostro nascosto nell’armadio o sotto il letto, andiamo a controllare (meglio, però, se di giorno in piena luce). Anziché sminuire le paure del bambino, aiutiamolo a trovare le prove che, invece, è al sicuro. 

6. “Quello che dici in effetti sembra spaventoso, puoi spiegarmi meglio?”
Ancora una frase per aiutarli ad aprirsi e raccogliere info utili per risolvere il problema. 

7. “Hai ragione. Il buio è un po’ spaventoso. Anche a me faceva paura da piccolo”.
Sempre validare le sensazioni dei bambini e mai negarle.   

8. “Diamoci un abbraccio
Il contatto fisico calma e aiuta a rilassarsi. 

9. “Sento tutto, anche dall’altra stanza
Convincere i bambini che i genitori hanno il super potere dell’udito e che possono correre da loro in un battibaleno!

10. “Non vedo l’ora di vederti domani mattina” 
Aiutarli a focalizzarsi sul futuro può distogliere l’attenzione dalla paura del momento. Parlate, per esempio, di cosa vogliono trovare a colazione. 

Un’ultima raccomandazione da parte della dott.ssa Nigito: “Cercate di non essere iperprotettivi: presenza sì, ma non eccessiva. La paura del resto fa parte della vita e come tale va affrontata.”

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