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La visita dall'osteopata

federica tilgher • Feb 17, 2020
Ci sono momenti in cui una neo-mamma esausta sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa pur di migliorare il sonno del proprio bambino. Si cominciano a valutare tutti i disturbi del caso: coliche, denti, raffreddore, reflusso. E via di telefonate a specialisti, ricerche su internet fino ad approdare al consulente del sonno. L’elenco dei tentativi fatti prima di rivolgersi a me è interessante. 

Ultimamente, noto un aumento delle mamme che fanno ricorso all'osteopata, la qual cosa mi fa molto piacere. Io stessa, infatti, consiglio spesso una visita presso questo specialista. 
Quello che, però, mi preme fare capire è che l’osteopatia non va utilizzata solo quando siamo disperate e alla ricerca di una panacea per tutti i mali. Anzi. La visita dall’osteopata è un atto di prevenzione molto molto importante. Tanto è vero che in alcuni Paesi illuminati, all’estero, è uno dei controlli previsti nella routine neonatale. 

Ho chiesto ai bravissimi Maurizio e Gianluca, specialisti DOMROI e titolari dello studio di Osteopatia Leone di darci qualche informazione in più.

1) Voi cosa ne pensate? Il trattamento dei bambini è sempre utile o è opportuno aspettare la manifestazione di qualche disagio da indagare?
L.: L’osteopatia nasce come terapia a scopo preventivo, per cui, così come per gli adulti, sarebbe opportuna visita di controllo a prescindere. Considerando anche il fatto che la maggior parte delle volte semplici plagio-cefalie (deformazioni craniali dovute a compressione durante gravidanza e parto) sono asintomatiche ma possono causare, ad esempio, scoliosi col passare del tempo.

2) Da che età si può cominciare a trattare un bambino? Esiste un momento più adeguato di altri?
L.: In realtà da subito. Purtroppo in Italia siamo ancora un po’ indietro ma, come dici anche tu, all’estero gli osteopati lavorano in strutture sanitarie sui bimbi appena nati, collaborando con i pediatri.

3) Quali sono i disturbi più frequenti in un neonato, dove è possibile intervenire con l’Osteopatia? 
L.: I più comuni sono: Reflusso (continui rigurgiti post poppata) , costipazione (difficoltà ad evacuare) e plagio cefalie che condizionano i movimenti della testa/collo del bambino.

4) È vero che nel caso di un neonato anche solo una sessione può essere sufficiente, contrariamente all’adulto che può necessitare di un ciclo di sessioni più lungo? Quali e quanti sono i momenti, durante la crescita, in cui è consigliabili fare un piccolo pit-stop dall’osteopata?
L.: Si, è vero! I bambini sono più duttili e malleabili e privi di tensioni importanti come quelle di un adulto dunque la loro risposta è immediata. Noi, comunque, consigliamo di sottoporsi a due “tagliandi” annui. Soprattutto in occasione delle tappe di sviluppo motorio più importanti. 

5) Far stare buono un bambino piccolo sul lettino può sembrare un’impresa difficile. Cosa rispondete alle mamme che hanno qualche perplessità o timore che il loro piccolo non possa sostenere un trattamento di questo tipo? Avete qualche trucchetto?
L.: Non è sempre necessario che il bimbo stia steso. Soprattutto sui più piccoli il lavoro si effettua per la maggior parte sul cranio. Possono stare tranquillamente in braccio alla propria mamma o papà; la mamma può scegliere di allattare in quel momento. E, per i più grandi, un piccolo giochino basterà a tenerli impegnati per un po’. 

6) Esistono controindicazioni o situazioni in cui è meglio evitare di trattare un bambino piccolo? 
L.: Certo: è sempre fondamentale un esame anamnestico prima di effettuare qualsiasi trattamento al fine di escludere patologie importanti, prevenendo quindi trattamenti non adatti. 

7) Che correlazione c’è tra il trattamento osteopatico infantile e il sonno? Ci possono essere benefici?
L.: Il cranio, particolarmente l’occipite e le due ossa temporali, può influenzare tutto il sistema neurovegetativo e influire sul sonno. Per esempio, in alcuni casi di cranio con forma lunga e stretta – con conseguente fluttuazione dei liquidi in senso longitudinale – si nota una tendenza all’iperattività. Al contrario, un cranio schiacciato e allargato – con fluttuazione in senso orizzontale – può portare più fiacchezza. È per questo che persino la modalità di dondolamento del neonato (da destra verso sinistra proprio come un’amaca, quindi, e non dalla testa ai piedi) può avere una funzione importante. 
In ogni caso, soprattutto in presenza di tensioni e pressioni anomale, attraverso un buon lavoro osteopatico sulla suddetta struttura è possibile notare immediatamente dei benefici sul sonno.

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