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Swaddling: moda o verità?

federica tilgher • Mar 20, 2020
Una delle pratiche sempre più in voga è quella dello swaddling: la fasciatura dei neonati. 

In realtà, quelle della mia generazione che hanno avuto la fortuna di chiacchierare con le nonne, forse avranno ascoltato il racconto di come fasciassero i nostri genitori nelle prime settimane di vita. Tutto questo è fotografato nella lingua italiana, dove – ancora oggi – per parlare di un neonato si dice “in fasce”.  

Lo swaddling, infatti, è una tradizione pluricentenaria. In alcune culture e società tribali è talmente radicata da praticarsi non solo al momento della nanna ma addirittura in maniera continuativa per diverse ore giorno e notte. 

Quali benefici e quali verità si nascondono dietro la fasciatura? 

Ci sono diversi modi di intendere lo swaddling. Alcune fasciano soltanto la parte del corpo dal collo in giù, altre includono la testa. Alcune fasciano stretto, altre lasciano la fasciatura larga.
Io sono per la fasciatura dal collo in giù, più stretta sulle braccia e blanda al livello delle anche. 

Cosa succede nel bambino quando è fasciato? Perché lo swaddling aiuta a tenerlo calmo?
  • Ricreiamo il bozzolo. 
    Siamo tutte d’accordo sul fatto che sentirsi avvolti in un fagotto ricorda in qualche modo la sensazione di avvolgimento sperimentata nei nove mesi trascorsi nell’utero. In Inglese la traduzione di bozzolo è cocoon, non a caso utilizzata tantissimo in ambito spa&relax. Sembra proprio essere la condizione ideale in cui trascorrere il famoso quarto trimestre, che va a completare la gestazione del piccolo all’esterno del corpo della mamma. 
  • Attenua gli effetti del Riflesso di Moro. 
    Il riflesso, presente nel bambino sin dalla trentesima settimana di gestazione, consiste nel spalancare le braccia in modo simmetrico, per poi piegarle. Contestualmente si nota un leggero piegamento della testa all’indietro e piccoli movimenti delle gambe. Il riflesso viene attivato da stimoli come rumori improvvisi o anche dalla sensazione di cadere nel vuoto (tipica di quando proviamo a mettere giù il bambino nella culla).
    Questa reazione istintiva sveglia il bambino se stava dormendo e può addirittura spaventarlo, visto che ancora non ha una percezione matura del proprio corpo. Pertanto, il riflesso di Moro è - non sempre ma spesso - accompagnato dal pianto. Tenere le braccia ben ferme, evitando che si agitino violentemente, contribuisce a fare sentire il bambino sicuro e protetto. 
  • Produce una pressione continuativa su punti strategici del corpo.
    Un terzo livello di intervento dello swaddling riguarda i bambini con sensibilità sensoriale, per i quali la soddisfazione di tali bisogni – attraverso l’attivazione delle percezioni tattili – ha un’importanza primaria nel garantire calma ed equilibrio. 

Fino a quando è consigliabile praticare lo swaddling?

Il riflesso di Moro si attenua dal quarto mese in poi. Contemporaneamente anche l’eso-gestazione si completa e con essa la capacità propriocettiva del piccolo inizia a prendere forma. Il bambino ha bisogno di muoversi con più libertà ed esplorare il proprio corpo. 

Tuttavia, un bambino abituato a dormire fasciato per i primi tre mesi, può avere difficoltà a ritrovarsi “libero” all’improvviso. Consigliabile, quindi, procedere gradualmente iniziando a lasciare le braccia fuori dalla fasciatura per qualche giorno, per poi piano piano allentare le fasce fino ad eliminarle. 
Se avete scelto lo swaddling nelle prime settimane, la sua naturale evoluzione è il sacco nanna, che potete utilizzare per diversi mesi, anche anni, successivi. 

Quali sono i rischi dello swaddle?

Come sempre, assieme ai benefici esistono anche delle controindicazioni:
  • Attenzione al sovra riscaldamento del piccolo. Ricordiamoci che l’autoregolazione termica è immatura e lasciare che la temperatura aumenti troppo è assolutamente rischioso. Per questo motivo, scegliere solo tessuti traspiranti e attenzione a non stringere troppo.
  • La fasciatura è collegata a un aumento del rischio di SIDS, nel caso in cui un bambino riesca a rotolare sulla pancia per poi non riuscire a tornare indietro a causa delle fasce. Anche per questo, è importante che lo swaddling cessi dal quarto mese in poi, quando si intensifica lo sviluppo motorio.
  • Alcuni studi associano allo swaddling anche alla displasia delle anche. Da qui, la mia raccomandazione di lasciare sempre blanda la fasciatura a livello delle anche. 
  • Per le mamme che allattano i bambini durante la notte, o che utilizzano lo swaddle anche nelle ore diurne, attenzione a che le fasce lascino assoluta libertà di movimento della testa. Ricordiamoci infatti che il piccolo ha bisogno del suo riflesso di rotazione del collo alla ricerca del seno.
  • Infine, c’è un dibattito scientifico molto acceso in corso, rispetto al fatto che limitare i movimenti e l’esperienza sensoriale attraverso le fasce possa ostacolare la naturale maturazione del sistema propriocettivo (che dalla nascita porta il bambino ad adattarsi all’ambiente extrauterino), rallentando quindi lo sviluppo motorio. 

Come si esegue la fasciatura?
  1.  Stendere un telo quadrato (mi raccomando, mussola di cotone o comunque ben traspirante!) su una superficie piatta, posizionandolo a forma di diamante con un angolo in alto.
  2.  Piegare l’angolo superiore e stendere il bambino in modo tale che la testa e il collo siano posizionati subito al di sopra di questo bordo.  
  3.  Verificare che le braccia del piccolo siano ben stese lungo i fianchi.
  4. Prendere l’angolo di destra del telo e portarlo sopra il piccolo, andando a rimboccare a sinistra, a livello dell’ascella ma lasciando fuori il braccio sinistro.
  5.  Adesso piegare l’angolo inferiore verso l’interno, lasciando sufficiente spazio perché gambe e piedi si muovano.
  6.  Infine, ripetere il punto 4, questa volta avvolgendo il piccolo da sinistra verso destra, andando a rincalzare e chiudere in sicurezza il telo dietro al bambino, cosi che sia ben avvolto e che le fasce siano ferme.
In questo modo, solo collo e testa del piccolo dovrebbero essere lasciati fuori dalle fasce. 

E buona nanna!

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